Due cocktail ormai decisamente classici che devono senz’altro parte della loro popolarità mondiale alla rappresentazione cinematografica hollywoodiana, che ne ha diffuso la fama ben oltre la cerchia degli intenditori di cocktail, ristrettissima, e che costituisce ancora oggi un tratto inestinguibile dell’attrattiva che tali mescite rappresentano per il più giovane pubblico di consumatori di spiriti shakerati.
Il Manhattan e il Long Island Iced Tea evocano naturalmente New York, che offre i nomi dei suoi ‘quartieri’ più rappresentativi per battezzare i due cocktail; eppure se volessimo guardare al dettaglio noteremo che in queste poche righe iniziali abbiamo già esaurito alcune tra le principali analogie che potrebbero accomunarli, laddove invece sono le differenze marcate a separarli de facto, collocandoli per gusti e contesti di consumo abbastanza differenti.
A partire dalla tradizione storica in cui tali cocktail nascono. Abbastanza certa la data e il luogo di nascita del Manhattan, che vede la luce nel 1874 al Manhattan Club di New York, a due passi da Central Park. Incerta l’epoca in cui vide genesi il primo Long Island Iced Tea, invece, conteso tra gli anni del proibizionismo e i primi anni ’70; ed è insicuro persino il luogo di nascita del cocktail, laddove secondo alcuni sarebbe stato inventato da tale Ransom Bishop nel Tennessee degli anni ’20 e secondo altri, più credibili secondo gli storici e le fonti locali, da tale Robert Butt, bartender dell’Oak Beach Inn di Long Island, che avrebbe lavorato sulla ricetta solo a partire dal 1972.
E’ parzialmente diverso il contesto di consumo entro cui vengono preferiti. Mentre il Long Island Iced Tea è senz’altro il più alcolico tra i cocktail serviti nel bicchiere higball, e costuituisce quindi un ottimo ‘falso’ long drink adatto per la seconda serata, il Manhattan è servito come aperitivo, pur essendo a sua volta decisamente alcolico e comunque abbastanza versatile ed adatto talvolta anche per i dopo-cena. Ma naturalmente è la sua collocazione naturale, quella prima del pasto, che consente riflessioni e spunti del tutto originali al fruitore che ne volesse cogliere l’essenza più autentica. Al contrario è davvero difficile immaginare un aperitivo bagnato dal Long Island Iced Tea, che certamente sa mascherare nel gusto le sue gradazioni ma che non potrebbe in nessun caso aprire la serata per favorire ulteriore e successive degustazioni.
Entrambi i cocktail vanno mescolati, non shakerati.
Ma c’è un’analogia forse più forte delle altre, quella che in fondo ha offerto lo spunto per la genesi di questo stesso articolo.
Entrambi i cocktail hanno un gusto davvero gradevole e ‘geniale’, a patto che vengano però realizzati alla perfezione.
Il Long Island Iced Tea è un cocktail che ospita distillati di peso come il gin, la tequila, la vodka e il rum; eppure, se ben confezionato, ha il sapore del thé ghiacciato e scende piacevolmente nella gola, senza curarsi affatto della gradazione alcolica offerta in eredità dai suoi ruvidi genitori.
Allo stesso tempo il Manhattan non è di certo il tipico drink da aperitivo a base Vermouth, solitamente leggero nel gusto e nel gradiente alcolico. E’ invece il più diffuso cocktail a base whisky, ed ha sulla carta una ricetta forse tra le più essenziali tra quelle disponibili in un cocktail bar che si rispetti.
Eppure servire un Manhattan ben fatto è davvero un’arte, credetemi.
Mettiamo da parte le gocce di angostura, che potrebbe confondere i meno attenti e i nuovi arrivati.
Il Manhattan ha due parti di whisky e una parte di Vermouth.
Per sbagliare un Manhattan basta semplicemente sbagliare whisky.
La regola originale vuole l’impiego del rye whisky, ovvero il whisky distillato dalla segale. Ma dimenticate di trovare tanto facilmente un whisky del genere nei cocktail bar europei.
Allora, invece di passare al bourbon come pure moltissimi fanno, provate ad utilizzare il whisky canadese per il vostro Manhattan.
Scoprirete un cocktail diverso da quello che avete sempre bevuto; che risulterà molto più simile all’originale rispetto ai tentativi che si fanno spesso col bourbon, appunto, e che sarà in grado di rivestirsi immediatamente del fascino ormai retrò della ‘cara vecchia New York‘. Un cocktail che saprà ammaliarti con il suo sapore avvolgente e sensuale, insomma, e che difficilmente potrai dimenticare.